domenica 24 gennaio 2016

Fiore di cavolo. Di nome ma non di fatto.

Cari amici, oggi la "mensolina fiorita" vi dà il buongiorno con un fiore del cavolo, pardon, con il FIORE DI CAVOLO.
l cavolo non è solo un ortaggio, esistono infatti molte varietà della pianta decisamente decorative. Questi particolari esemplari di ortaggio derivano dall’ibridazione della Brassica oleracea (il normale cavolo comune): si ottengono piante ornamentali molto originali in grado di dare un vivace tocco di colore a terrazzi e davanzali.
La differenza principale tra questa varietà e la pianta madre è che la varietà ornamentale viene definita “acefalo”, non forma cioè la caratteristica testa tipica a cappuccio delle altre piante di cavolo.
Essa presenta infatti un cappuccio di foglie che restano completamente aperte, hanno delle arricciature alla base e spesso presentano anche delle colorazioni decisamente vivaci: gialle, rosa, arancio, rosso intenso, porpora e viola.
Non preoccupatevi se non siete dei grandi esperti di giardinaggio: il cavolo non ha bisogno di molte cure, è infatti una pianta rustica ed adattabile a molte situazioni climatiche: resiste bene sia al caldo che al freddo, in più non teme le temperature sotto zero.
Nonostante si tratti della versione ornamentale del cavolo è comunque possibile mangiarlo, è infatti commestibile; risulta inoltre decisamente nutriente poiché ricco di proteine, sali minerali e vitamine.
Il cavolo è usato molto nel linguaggio figurativo e in molte espressioni di uso quotidiano, mi sono divertita a raccoglierne un po':
Cavoli riscaldati (cosa vecchia che si vuole presentare come nuova).
Andare a ingrassare i cavoli (morire).
Andare per cavoli (fare una cosa inutile o poco importante).
Entrarci come i cavoli a merenda (di una cosa inopportuna, non pertinente alla situazione).
Salvare capra e cavoli (risolvere un problema conciliando due esigenze opposte).
Un cavolo, niente: non me ne importa un cavolo!
Non capisce un cavolo!
Io non c'entro un cavolo in questa storia!
Col cavolo! (per niente, niente affatto)
Del cavolo (senza valore, senza importanza): hai fatto un lavoro del cavolo, è stato uno spettacolo del cavolo.
Fare, farsi i cavoli propri (badare ai fatti propri)/ fatti i cavoli tuoi!
Grazie al cavolo! (è ovvio, è scontato).
Testa di cavolo (persona sciocca, sprovveduta; persona egoista, opportunista, cinica)
Che cavolo dice? Ma che cavolo fa? Dove cavolo stai andando?
E quindi?
Buona domenica...eccheccavolo!

domenica 17 gennaio 2016

Bucaneve. Fiore di latte.


Un candido e freddo buongiorno dalla "mensolina fiorita"innevata da cui spunta l'audace capo del BUCANEVE.
Il nome scientifico del Bucaneve è Galanthus nivalis, dal greco ‘gala’ (latte) e ‘anthos’ (fiore).
Fiore di latte.
'Nivalis' (che deriva dal latino) si traduce in "come la neve".



È una pianta bulbosa, tra le poche che fioriscono in inverno, capace di resistere fino ad una temperatura pari a -15°C; essa spinge le foglie attraverso il suolo ghiacciato dalla neve, diffondendo poi un dolce profumo simile a quello del miele appena la temperatura si scalda.
Non sorprende dunque il suo significato, il bucaneve rappresenta la speranza e la consolazione perché promette l'arrivo della primavera e offre così il piacere confortante dell'incipiente rinascita.



Una leggenda narra che, quando Adamo e Eva furono cacciati dal Paradiso, vagarono per una terra brulla, buia e fredda, fino a quando un Angelo li consolò promettendo che pure lì sarebbe arrivata la primavera e, come segnale, soffiò su alcuni fiocchi di neve che stavano scendendo e che, una volta giunti al suolo, si trasformarono in bucaneve. Così, con i bucaneve che sbocciarono su uno stelo esile verde brillante nella settimana invernale più tetra, nacque la speranza nell’arrivo di tempi migliori.



Auguro a tutti una buona domenica e di avere sempre il cuore aperto alla vita, come questi bucaneve.

domenica 10 gennaio 2016

Gypsophila. Leggera e pura come il respiro di un bambino.

Un romantico buongiorno dalla mia "mensolina fiorita" che oggi ospita la GYPSOPHILA, anche conosciuta come "velo di sposa" o "nebbiolina".
Fino a poco tempo fa era relegata a un ruolo di complemento di fiori più sontuosi, da un po' è invece diventata protagonista di allestimenti delicati e spumeggianti.


Il nome botanico letteralmente significa 'amante del gesso' e probabilmente deriva dal tipo di terreno , calcareo, adatto alla sua coltivazione. Dietro a un nome così altisonante si nasconde, però, un fiore semplice, gentile e lieve.
Delicata e aerea la Gypsophila ha steli sottili ricoperti di fiorellini dalla corolla semplice o doppia, tondeggianti e di colore bianco o, raramente, rosa.
Basta guardarla per capire qual è l'origine del suo fascino: la leggerezza.
Da sola riesce a creare cuscini vaporosi, bordure, ghirlande e bouquet, il risultato è insieme sobrio e curato ma etereo.


Nel significato dei fiori la gypsophila simboleggia l'innocenza e la purezza di cuore.
In America viene chiamata Baby's Breath, cioè "respiro di bambino" e sulle note di questo dolcissimo nickname non mi resta che augurarvi una buona domenica.