Cari amici,la "mia mensolina fiorita"diventa itinerante,così potró parlarvi di alcuni fiori che riescono ad esprimere appieno la loro bellezza nel loro habitat naturale. Inizio oggi con la leopardiana GINESTRA O FIORE DEL DESERTO.
L’amore per questa fiorescenza è nato ai tempi dei greci e dei romani, che usavano coltivarle con dovizia ed abbondanza per attirare le api ed ottenere così un ottimo miele. Questa non è però la loro unica peculiarità. In diverse parti d’Europa, infatti, secondo la specie di appartenenza, le ginestre venivano utilizzate per profumare ambienti e vestiti ed in alcuni casi anche utilizzate per confezionarli. Dalla fibra delle radici era, infatti, possibile ottenere sia alcune tipologie di indumenti pesanti e resistenti, sia del materiale per produrre delle corde da utilizzare sulle navi o per farne delle scope.Una fioritura primaverile ed estiva i cui petali, giallo oro, sono in grado di rendere impareggiabile qualsiasi tipologia di giardino e di rallegrare il paesaggio con allegria, luce e splendore.
Nel linguaggio dei fiori la ginestra è simbolo di modestia e di umiltà,forse perché attecchisce in qualsiasi luogo e non ha bisogno di cure particolari.
Il delicato fiore coraggiosamente risorge sulla lava pietrificata dei vulcani e con la fragranza dei suoi arbusti sembra rallegrare queste lande desolate.
Giacomo Leopardi celebra la "odorata ginestra, contenta dei deserti" come compagna e consolatrice delle amare sorti dell’umanità.
In Inghilterra si usa regalare agli sposi novelli rami di ginestra come augurio di prosperità.
Io auguro una buona domenica a tutti...sposi e non.
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