venerdì 3 luglio 2015

Papavero rosso. La consolazione.



Cari amici, per la "mensolina fiorita itinerante" di oggi ho scelto i PAPAVERI.

 John Ruskin (scrittore, pittore, poeta e critico d'arte inglese, (1819-1900) definì il papavero "il fiore più completo, più genuino e assolutamente puro; dentro e fuori tutto fiore. Nessuna limitazione di colore dappertutto, nessuna esteriore volgarità, nessun segreto interiore; aperto al sole che l'ha creato, finemente rifinito sopra e sotto, fin giù al più estremo punto di innesto".

La parola papavero potrebbe aver avuto origine dal sanscrito "papa" = cattivo e "vira" = succo, da cui "succo pernicioso". Si narra che Demetra, la Dea dei campi e dei raccolti, avesse riacquistato la sua serenità, dopo la scomparsa della figlia solo dopo aver sorseggiato infusi prodotti con i fiori di Papavero. Da qui il significato principale: è il fiore della consolazione.
Se si considera la cultura romana, il fiore rosso resta centro misterioso dell'oscuro oblio sognante. Ovidio, ad esempio, descrive la notte con una corona di papaveri.


Durante la prima guerra mondiale, in Gran Bretagna, si producevano ghirlande di papaveri che venivano usate per celebrare e ricordare i soldati caduti per la patria.
Così anch'io voglio dedicare una ghirlanda di papaveri a tutte le vittime innocenti cadute per mano del terrorismo. Insieme a una preghiera: che giunga la consolazione ai cuori feriti dei loro cari.

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