domenica 7 febbraio 2016

Pansè. Pensèes. Pensami.

Buongiorno cari amici, oggi la "mensolina fiorita" è pensierosa, ospita infatti la PANSE' dal francese "pensèes" che significa pensieri.
Per questo motivo è anche chiamata VIOLA DEL PENSIERO, un fiore molto semplice ma al contempo affascinante che ha le sue origini nell’altro emisfero, arriva infatti dall'America del Sud, Nuova Zelanda e Australia.
La pansè ha nel cuore di ognuno di noi un posto speciale, legato a ricordi d'infanzia, a semplici ma profonde emozioni che danno sollievo all'anima.
È un fiore perfetto da regalare: i suoi petali vellutati e colorati hanno un significato tenero e delicato che verrà senza dubbio apprezzato dalla persona che li riceverà in dono.
Secondo una leggenda francese dentro i petali delle viole del pensiero è possibile scorgere il volto della persona amata.
Regalarne una piantina ha un unico e inequivocabile messaggio: pensami.
Per tutti una buona domenica, con tanti bei pensieri come queste viole; e quelli brutti...se li porti via il vento!

domenica 24 gennaio 2016

Fiore di cavolo. Di nome ma non di fatto.

Cari amici, oggi la "mensolina fiorita" vi dà il buongiorno con un fiore del cavolo, pardon, con il FIORE DI CAVOLO.
l cavolo non è solo un ortaggio, esistono infatti molte varietà della pianta decisamente decorative. Questi particolari esemplari di ortaggio derivano dall’ibridazione della Brassica oleracea (il normale cavolo comune): si ottengono piante ornamentali molto originali in grado di dare un vivace tocco di colore a terrazzi e davanzali.
La differenza principale tra questa varietà e la pianta madre è che la varietà ornamentale viene definita “acefalo”, non forma cioè la caratteristica testa tipica a cappuccio delle altre piante di cavolo.
Essa presenta infatti un cappuccio di foglie che restano completamente aperte, hanno delle arricciature alla base e spesso presentano anche delle colorazioni decisamente vivaci: gialle, rosa, arancio, rosso intenso, porpora e viola.
Non preoccupatevi se non siete dei grandi esperti di giardinaggio: il cavolo non ha bisogno di molte cure, è infatti una pianta rustica ed adattabile a molte situazioni climatiche: resiste bene sia al caldo che al freddo, in più non teme le temperature sotto zero.
Nonostante si tratti della versione ornamentale del cavolo è comunque possibile mangiarlo, è infatti commestibile; risulta inoltre decisamente nutriente poiché ricco di proteine, sali minerali e vitamine.
Il cavolo è usato molto nel linguaggio figurativo e in molte espressioni di uso quotidiano, mi sono divertita a raccoglierne un po':
Cavoli riscaldati (cosa vecchia che si vuole presentare come nuova).
Andare a ingrassare i cavoli (morire).
Andare per cavoli (fare una cosa inutile o poco importante).
Entrarci come i cavoli a merenda (di una cosa inopportuna, non pertinente alla situazione).
Salvare capra e cavoli (risolvere un problema conciliando due esigenze opposte).
Un cavolo, niente: non me ne importa un cavolo!
Non capisce un cavolo!
Io non c'entro un cavolo in questa storia!
Col cavolo! (per niente, niente affatto)
Del cavolo (senza valore, senza importanza): hai fatto un lavoro del cavolo, è stato uno spettacolo del cavolo.
Fare, farsi i cavoli propri (badare ai fatti propri)/ fatti i cavoli tuoi!
Grazie al cavolo! (è ovvio, è scontato).
Testa di cavolo (persona sciocca, sprovveduta; persona egoista, opportunista, cinica)
Che cavolo dice? Ma che cavolo fa? Dove cavolo stai andando?
E quindi?
Buona domenica...eccheccavolo!

domenica 17 gennaio 2016

Bucaneve. Fiore di latte.


Un candido e freddo buongiorno dalla "mensolina fiorita"innevata da cui spunta l'audace capo del BUCANEVE.
Il nome scientifico del Bucaneve è Galanthus nivalis, dal greco ‘gala’ (latte) e ‘anthos’ (fiore).
Fiore di latte.
'Nivalis' (che deriva dal latino) si traduce in "come la neve".



È una pianta bulbosa, tra le poche che fioriscono in inverno, capace di resistere fino ad una temperatura pari a -15°C; essa spinge le foglie attraverso il suolo ghiacciato dalla neve, diffondendo poi un dolce profumo simile a quello del miele appena la temperatura si scalda.
Non sorprende dunque il suo significato, il bucaneve rappresenta la speranza e la consolazione perché promette l'arrivo della primavera e offre così il piacere confortante dell'incipiente rinascita.



Una leggenda narra che, quando Adamo e Eva furono cacciati dal Paradiso, vagarono per una terra brulla, buia e fredda, fino a quando un Angelo li consolò promettendo che pure lì sarebbe arrivata la primavera e, come segnale, soffiò su alcuni fiocchi di neve che stavano scendendo e che, una volta giunti al suolo, si trasformarono in bucaneve. Così, con i bucaneve che sbocciarono su uno stelo esile verde brillante nella settimana invernale più tetra, nacque la speranza nell’arrivo di tempi migliori.



Auguro a tutti una buona domenica e di avere sempre il cuore aperto alla vita, come questi bucaneve.

domenica 10 gennaio 2016

Gypsophila. Leggera e pura come il respiro di un bambino.

Un romantico buongiorno dalla mia "mensolina fiorita" che oggi ospita la GYPSOPHILA, anche conosciuta come "velo di sposa" o "nebbiolina".
Fino a poco tempo fa era relegata a un ruolo di complemento di fiori più sontuosi, da un po' è invece diventata protagonista di allestimenti delicati e spumeggianti.


Il nome botanico letteralmente significa 'amante del gesso' e probabilmente deriva dal tipo di terreno , calcareo, adatto alla sua coltivazione. Dietro a un nome così altisonante si nasconde, però, un fiore semplice, gentile e lieve.
Delicata e aerea la Gypsophila ha steli sottili ricoperti di fiorellini dalla corolla semplice o doppia, tondeggianti e di colore bianco o, raramente, rosa.
Basta guardarla per capire qual è l'origine del suo fascino: la leggerezza.
Da sola riesce a creare cuscini vaporosi, bordure, ghirlande e bouquet, il risultato è insieme sobrio e curato ma etereo.


Nel significato dei fiori la gypsophila simboleggia l'innocenza e la purezza di cuore.
In America viene chiamata Baby's Breath, cioè "respiro di bambino" e sulle note di questo dolcissimo nickname non mi resta che augurarvi una buona domenica.

domenica 27 dicembre 2015

Vischio. Fortuna e armonia.

Un buongiorno magico dalla "mensolina fiorita" di fine anno che oggi vi regala il VISCHIO.
Dal latino "Viscum album", cosa bianca collosa, per via delle bacche.
Il vischio è una pianta aerea che non ha radici e per vivere necessita di un albero al quale attaccarsi. 
È dunque un parassita ma fin dall'antichità le fu attribuito un significato magico.


I Druidi veneravano il vischio sulle querce, lo consideravano manifestazione in terra degli dei che vivono in cielo, se usato bene aveva effetti curativi e miracolosi, se usato male poteva essere velenoso.
I Celti invece usavano coglierlo con un falcetto d'oro, vestiti di bianco, scalzi e digiuni.
Il vischio viene anche definita la "Pianta della Luna" grazie alle sue bacche bianche e lattiginose, che quasi brillano al buio. 


Nel linguaggio dei fiori è un simbolo di buon augurio: ghirlande di vischio vengono appese alle pareti della casa per garantire un anno di fortuna e di armonia familiare.
Durante il periodo natalizio diffusa è l'usanza, originaria dei paesi scandinavi, di salutare l'arrivo del nuovo anno baciandosi sotto uno dei suoi rami. Anche gli innamorati che si apprestano a vivere insieme la loro vita, con un bacio sotto un ramoscello di vischio possono sperare in un futuro radioso.


Essendo il nuovo anno ormai alle porte, vorrei donare a tutti voi un ramoscello di vischio sotto il quale baciare tutte le persone che amate e augurarvi tanta serenità e la pace nel cuore. Felice 2016 a tutti.

domenica 20 dicembre 2015

Stella di Natale. Dal Messico i "Flores de la Noche Buena".

Buongiorno cari amici, sulla "mensolina fiorita" di oggi l'Euphorbia pulcherrima meglio conosciuta come Stella di Natale o Poinsettia.
La sua particolarità che la rende così attraente sono le brattee, vale a dire delle false foglie (che vengono confuse con i fiori), colorate di rosso o rosa o bianco che si sviluppano sulla cima dei rami. 
I veri fiori sono piccoli e di colore giallo. In una infiorescenza ritroviamo numerosi fiori maschili ed un solo fiore femminile che una volta fecondato dà origine ad un frutto che ha al suo interno una capsula che contiene tre semi.


La storia ci rivela che Joel Robert Poinsett, ambasciatore degli Stati Uniti in Messico nel 1825 conobbe questo fiore quando viaggiò per Natale fino a Taxco e visitò la Chiesa di Santa Prisca, addobbata appunto con le stelle di Natale. Rimase affascinato dalla sua esotica bellezza e portò alcuni esemplari della pianta per coltivarli e propagarli nelle serre che aveva presso la sua casa, nel villaggio di Greenville, nella Carolina del Sud. Poinsett aiutò a diffondere la pianta, inviando esemplari a vari suoi amici orticoltori ed a molti giardini botanici degli Stati Uniti e dell’Europa. La Stella di Natale è conosciuta come Poinsettia negli Stati Uniti ed altri paesi anglofoni, in ricordo di chi tanto fece per propagarla e diffonderla come decorazione di Natale.


Dal secolo XIX, la Stella di Natale fece parte dell'ornamento delle chiese europee nelle feste natalizie e si sa che la Basilica di San Pietro in Vaticano fu adornata con Cuetlaxóchitl (nome originario azteco) la notte del 24 dicembre del 1899, provocando l'ammirazione di tutti i visitatori per la sua bellezza. Come l'astro che illumina il firmamento, il Messico regalò al mondo la Stella di Natale affinché adornasse le feste natalizie.
C'è una leggenda messicana molto dolce legata a questo fiore, l'ho copiata sotto, so che oggi siete tutti indaffarati, leggetela quando avete tempo. Buona domenica.

"Era la vigilia di Natale: in fondo alla cappella, Lola, una piccola messicana, in lacrime pregava: "Per favore Dio mio, aiutami! Come potrò dimostrare al bambino Gesù che lo amo? Non ho niente, neanche un fiore da mettere a piedi del suo presepe". D'un colpo apparve una bellissima luce e Lola vide apparire accanto a lei il suo angelo custode: “Gesù sa che lo ami, Lola, lui sa quello che fai per gli altri. Raccogli solo qualche fiore sul bordo della strada e portalo qui", disse l'angelo. "Ma sono delle cattive erbe, quelle che si trovano sul bordo della strada", rispose la bambina. "Non sono erbe cattive, sono solo piante Ma l'uomo non ha ancora scoperto quello che Dio desidera farne", disse l'angelo con un sorriso.
Lola uscì e qualche minuto più tardi entrò nella cappella con in braccio un mazzo di verdure che depositò con rispetto davanti al presepe, in mezzo ai fiori che gli altri abitanti del villaggio avevano portato. Poco dopo nella cappella si senti un breve sussurro, le erbe cattive portate da Lola si erano trasformate in bellissimi fiori rossi, di un rosso fuoco.
Da quel giorno le stelle di Natale in Messico sono chiamate " Flores de la Noche Buena", cioè: “Fiori della Santa Notte”

domenica 6 dicembre 2015

Gardenia. Il fiore all'occhiello.

Buongiorno a tutti, oggi sulla "mensolina fiorita" lo spettacolo coreografico della GARDENIA, arbusto sempreverde, caratterizzata da un fogliame verde scuro brillante attraente quasi come i suoi fiori bianchi e profumatissimi. 
Originaria dell'Africa meridionale deve il suo nome al naturalista scozzese Alexander Garden. Può essere coltivata in vaso o in giardino a mezz'ombra e quando si innaffia bisogna star attenti a non bagnare i fiori che si macchierebbero irrimediabilmente di giallo.

La Gardenia ha avuto una grande popolarità negli anni venti in quanto ad essa veniva associata la figura del "viveur, uomo mondano dedito ai piaceri e al divertimento" che la portava sempre all'occhiello.
Essa veniva inoltre offerta dagli spasimanti alla propria donna del cuore, la quale la appendeva sull’abito in occasione delle serate mondane o per recarsi a teatro.
Ma questo fiore è delicatissimo e di breve durata, così gli inglesi inventarono una fialetta di vetro da riempire con acqua, per tenere il fiore reciso fresco e bianco il più a lungo possibile. Un piccolo espediente, facilmente camuffabile, ma di reale funzionalità. 


Nel linguaggio dei fiori la Gardenia assume il significato di sincerità, viene regalato sia per dimostrare di essere stati sinceri, sia per invitare la persona a cui si regala a dire la verità.
Non è facile dire sempre la verità, a volte può ferire, va saputa dire, con delicatezza e pacatezza, proprio come suggerisce questo fiore. Buona domenica!